domenica 30 novembre 2008

Lo Stage: il primo passo nel mondo del lavoro

LO STAGE NON E’ UN’ASSICURAZIONE SUL PROPRIO FUTURO LAVORATIVO!
Nell’immaginario collettivo, del mondo studentesco in particolare, la fine di un master o anche “solo” della laurea, seguita da un ormai obbligatorio periodo di stage aziendale, rappresenta una sorta di polizza sul suo futuro più prossimo. Questa visione delle cose molto spesso causa delusioni, inoltre caratterizza tutto il percorso dello stageur in maniera non sempre positiva.
Cercherò di descrivere lo stage con una metafora, con la quale mi sono spesso dato una ragione sul perché sostenere tanti sacrifici in cambio di così poco.
Immaginate lo stage come un grosso contenitore. Durante il periodo di lavoro in azienda si acquisiranno uno serie di strumenti, che rappresentano le nostre frecce. Tutte queste frecce sono quelle che oggi si chiamano skills, che aiutano a definire il nostro profilo professionale e il nostro potenziale di crescita nel futuro. La fine del periodo di stage è rappresentato da un arco. Beh a questo punto abbiamo l’arco, le frecce e il contenitore, quindi siamo pronti a combattere nel duro mondo del lavoro….. La risposta è NO, a mio avviso.
Infatti la fine dello stage non è una patente per operare bene nel mercato del lavoro, ma è semplicemente uno strumento, un arco appunto. Con quello che abbiamo possiamo diventare degli ottimi cacciatori, oppure dei clown, questo dipenderà solo da noi. La chiave del saper stare nel mercato del lavoro, senza subirlo eccessivamente dipende da noi e da nessun altro.
Personalmente resto di un’opinione. La capacità di usare gli strumenti descritti nella metafora è direttamente proporzionale a quanto acquisito nel percorso formativo universitario o post-laurea. Non ci si deve aspettare che qualcuno ci insegni a combattere. Si possono accumulare solo una serie di capacità, di know how, che vanno poi utilizzate nel momento giusto, con le persone giuste a fare la cosa giusta. La forte delusione e perché no anche la depressione che deriva dalle esperienze in stage si fonda su una fantasia illegittima dello stageur.
Il mio consiglio quindi è quello di investire su se stessi e scegliere con attenzione lo stage. Scegliere, quando ci sono le condizioni, vuol dire avere una visione strategica del proprio futuro, di cui lo stage è solo una semplice tattica da adottare. Soprattutto per chi frequenta percorsi quali master, cercare di porsi prima di tutto la domanda “io che voglio, cosa so fare meglio?”, poi trovare una sponda amica negli uffici placement. Quindi farsi guidare ma non troppo … la scelta giusta tocca a Voi. Un secondo consiglio è quello di vedere lo stage per quello che in fondo è, ossia una grande esperienza di vita. Quindi approfittare di questo periodo di prova, per fare esperienze, acquisire nuove competenze che vi serviranno successivamente nel Vostro percorso lavorativo. Inoltre il periodo di stage, anche se caratterizzato da ben pochi diritti, Vi pone in una condizione privilegiata. Lo status di stageur è sempre molto flessibile. Le Vostre idee saranno guardate spesso con simpatia e con favore, Approfittatene! La gerarchia delle organizzazioni sarà sempre più flessibile e benevola nei Vostri confronti, Approfittatene!
In conclusione lo stage è un’Ottima occasione per mettersi in mostra, se lo volete. Oppure un’Ottima occasione per acquisire competenze, se lo volete. Oppure un’Ottima occasione per creare una propria rete di relazioni, se lo volete. Ecc. ecc.
In definitiva il futuro è quello che create Voi.
Saper, Saper Fare, Saper Essere
Ed io aggiungerei
Saper CRESCERE.

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